Rispettare il lavoro degli altri

Una riflessione personale

Sono convinta che ognuno di noi dovrebbe avere per legge l’obbligo di provare il lavoro degli altri almeno per una settimana. Solo così ci si renderebbe conto di cosa vuol dire fare il commesso di un qualunque esercizio commerciale, l’impiegato della posta, l’addetto al banco di un supermercato, il cassiere, il direttore di albergo, lo spazzino, il postino, l’autista dell’autobus, il giardiniere, il cuoco, l’insegnante, il custode, il poliziotto, eccetera.

Siamo troppo spesso bravi a criticare chi lavora:
“ma guarda com’è lento, ci mette un’ora solo per fare uno scontrino”;
“il solito burocrate che non sa niente ed esercita il suo piccolo potere facendo ostruzionismo inutile”;
“se non controlli bene ti rifilano gli scarti! devi fare la voce grossa altrimenti ti becchi la merce meno fresca”…

PROVARE PER CAPIRE DAVVERO

Mi piacerebbe vedere uno di questi criticoni dall’altra parte del bancone, costretto a relazionarsi con un cliente come lui. Con la sua stessa arroganza, presupponenza nel sapere come si fa il lavoro degli altri, magari senza averlo mai svolto.

QUELLI CHE SANNO TUTTO

Non smetto di sorprendermi davanti a soggetti che, a parole, hanno svolto decine di differenti impieghi, e bene.
Persone che conoscono a menadito le incombenze di imprenditori, dirigenti d’azienda, baristi, piazzisti, tassisti, bancari e banchieri; ovviamente hanno svolto questi mestieri in modo eccelso e – se l’esperienza è finita male – è stata colpa di altri.

HO IMPARATO UN MESTIERE NUOVO

Quando lavoravo, una persona si occupava delle pulizie della mia casa; da quando ho molto tempo libero mi occupo personalmente di queste incombenze. Pensavo fosse facile e rapido. Mi sbagliavo di grosso. Dare solo una passata, lasciando aloni e macchie dappertutto è facile e veloce.
Pulire veramente bene un vetro, uno specchio o peggio un box doccia, lasciandolo senza aloni, non è una bazzecola. Per non parlare di cosa vuol dire sgrassare un forno, pulire o un frigorifero, o una cucina intera. O un bagno, magari con piastrelle bianco lucido, dove ti rendi conto che l’uomo discende dalla scimmia perché peli e capelli si riproducono anche da caduti al suolo.

Quante volte ho visto le donne delle pulizie negli alberghi e pensato che il loro lavoro fosse semplice. Ho scoperto che molte di loro sono tenute a pulire fino a 20 camere in un turno di lavoro di otto ore; e devono farlo bene perché ci sono “governanti” che supervisionano e controllano che tutto sia perfetto, pena il licenziamento.

Quanto rispetto e stima ho nei confronti di queste donne e del loro lavoro, io che mi sento uno straccio dopo un solo “giorno di pulizie di primavera”…

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